Di stagione in stagione tra i nostri meleti.
Primavera, estate, autunno e inverno: cosa succede nel corso di un anno all’interno dei nostri meleti? Una rapida panoramica su 12 mesi pieni di vita.
È un inverno da favola. La neve ricopre i meleti. L’aria è fresca, il sole basso. E le temperature lo sono ancor di più. L’assordante silenzio della natura è squarciato soltanto da un lieve ronzio: è quello dei carri raccolta elettrici che si fanno strada tra i filari di alberi. “Clack, clack, clack”: concentratissimi e attenti, noi agricoltori bio manovriamo, con studiata cura, le forbici elettriche attorno ai rami. Ed è così che i nostri meli, ancora in letargo, sono preparati per la prossima raccolta.
L’idea è semplice: dare all’albero una forma snella, che garantirà più avanti luce e vigore alle mele. Come? Grazie a una potatura specifica, che varia a seconda della tipologia di mela e ovviamente alla filosofia di ciascuno di noi agricoltori.
La potatura dei meli prosegue. Ma c’è molto di più dietro il lavoro nei campi. A partire dalla formazione, che per noi agricoltori bio è fondamentale. E così frequentiamo seminari e corsi sui temi più diversi: dalla sicurezza sul lavoro all’igiene, fino alle nuove tecniche di coltivazione.
Poi iniziamo a dar forma ai meleti che abbiamo dissodato in autunno. Non si tratta di un’operazione semplice: è necessario impiantare colonne di cemento, tra cui tirare fili metallici e innestare tubi per l’irrigazione. E a volte montiamo anche preziose reti antigrandine.
Verso la fine del mese, il sole diventa leggermente più forte e le temperature durante il giorno si alzano. La luce e un calore lieve donano nuova vita ai meleti: spuntano così le prime gemme. Pian piano, in punta di piedi, la primavera fa capolino.
Bentornata primavera. La natura riprende il suo corso, le gemme si schiudono. Si formano le prime prominenze verdi su cui si sviluppano le cosiddette orecchiette di topo. Un gioco della natura stupendo, non solo agli occhi stupefatti di noi agricoltori bio.
Di notte, il gelo s’insinua tra i meleti. Come fare per proteggere le delicate gemme? O corriamo di albero in albero, sistemando delle candele per alzare le temperature. O accendiamo l’impianto d’irrorazione. Sì, avete letto bene: l’acqua, infatti, congela sotto lo zero termico, e congelandosi libera del caldo, riscaldando così gemme e fiori.
Una prima avvisaglia rosa. Ha inizio la fioritura. Un istante e tutto si colora. Con i meli che creano una gran quantità di fiori. Ma c’è anche un lato negativo: se dovessero rimanere tutti sulla pianta, sarebbero troppi. E così, le mele rischierebbero di non maturare come si deve, né di raggiungere i criteri di grandezza e gusto desiderati. È per questo motivo che interveniamo sui fiori con una diradatrice o ci serviamo dell’effetto prodotto da un trattamento combinato a base di zolfo e calce.
I fiori, poi, attraggono le api. Le nostre ovviamente. Ma anche quelle degli amici apicoltori. In alcuni interfilari seminiamo del sovescio: erba medica, senape, millefoglie, trifoglio e altre piante. Grazie a loro doniamo una casa agli insetti utili per vivere e moltiplicarsi. E in più, questo rigoglioso fiorire rappresenta un vero spettacolo per gli occhi.
È ora d’innestare le nuove piante prescelte nei solchi preparati in precedenza. Prima di mettere radici, si sostengono grazie ai fili che abbiamo teso tra i pilastri. Per due anni pensano principalmente a crescere, portando pochi frutti. Ma dal terzo anno in poi, ci regalano una grande quantità delle nostre mele preferite.
Senza prodotti fitosanitari, gli alberi rischierebbero di ammalarsi per via di afidi, funghi e ticchiolatura. Per questo motivo si “nebulizza” anche nei meleti bio. Ma con strumenti diversi: noi agricoltori bio, infatti, rinunciamo a ogni sostanza che non sia già presente in natura, utilizzando solo quelle identiche alle naturali. E attenzione: rigorosi limiti sono rispettati e controllati scrupolosamente.
Ed è adesso il miglior momento per la pacciamatura e l’uso dell’erpice rotante – o presto la mattina o tardi la sera – che fa riposare gli insetti utili. Si pulisce così la fascia arborea e si allenta il terreno, arricchendolo di ossigeno. In questo modo, il meleto riceve più azoto e i frutti possono crescere meglio.
La regola dice: diamo respiro ai nostri meli, così che possano asciugare velocemente da ogni sorta di umidità. Quando si parla di reimpianti, invece, scommettiamo soprattutto sulle varietà resistenti, come Natyra®, Bonita, Pilot, Topaz, RedPop®, Giga® o Story® Inored.
A metà maggio, poi, giunge il tempo di Pancrazio, Servazio, Bonifacio e Sofia: sono cosidetti “Santi di ghiaccio” e spesso portano l’ultimo freddo. Solo dopo questi giorni, le notti passano normalmente senza gelate. Le mele sono in fase di divisione cellulare e si preparano per una grande crescita.
Diradare. Diradare. Diradare. Con l’aiuto delle nostre famiglie. E, se necessario, anche il contributo di tante altre mani. Ma nonostante l’impegno profuso, sull’albero in aprile ci sono ancora troppi frutti. Alla fine, infatti, dovrà portare dalle 80 alle 120 mele, in base alla varietà e all’età della pianta.
Poi, è solo il meteo a stabilire quando vanno chiuse – se presenti – le reti antigrandine. Infatti, quest’ultime proteggono le mele dai pericoli provenienti dal cielo, ma le riparano anche dal troppo sole.
L’irrigazione a goccia nei nostri meleti conta davvero tanto. Non consuma acqua, ma la usa selettivamente. Pensiamo già al dopo: stiamo, infatti, pianificando la raccolta. Ci mettiamo in contatto con gli aiutanti. La maggior parte di loro viene da Romania, Bulgaria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Macedonia. Con tanti ci conosciamo ormai da anni, con altri addirittura da decenni.
Aver fiducia è bene, controllare è meglio. Durante il periodo di vegetazione, da aprile a ottobre, possono esserci, in ogni instante, accertamenti e auditor. Controllano il nostro quaderno di campagna, i masi e i meleti... Ma anche l’alloggiamento dei nostri aiutanti per la raccolta. Giusto così!
I test di maturazione delle prime varietà ci svelano le loro date di raccolta. Per quanto riguarda il bio, i confini hanno una grande importanza: se un’analisi delle fasce di delimitazione dimostra residui di prodotti fitosanitari sconosciuti o inammissibili, quelle mele non sono vendute col marchio Biosüdtirol (100% bio, lo dice anche il nome), ma da una cooperativa partner che si occupa di commercializzare la produzione convenzionale.
E infine, il momento è giunto: è il periodo della raccolta! Summerred e Sansa: le prime varietà sono pronte per essere colte. E a metà agosto circa, lo è anche la nostra varietà principale: la Royal Gala. I nostri aiutanti di raccolta colmano le cassette di mele vuote con più di 300 chilogrammi di piacevolezza. E a seconda della filosofia aziendale e della pendenza, ci serviamo anche di carri raccolta e Pluk-o-Trak.
Sono da due a cinque i passaggi di raccolta necessari, secondo la varietà. E solo le mele davvero pronte sono colte a mano, il resto può restare a maturare ancora per qualche giorno. Quando le operazioni terminano, arriva il momento di passare alla lavorazione.
Red Delicious, Evelina®, Golden Delicious, Kanzi, Jazz, Granny, Natyra®, Bonita. Alcune varietà tra le più note saranno pronte per essere raccolte a settembre. Meleto per meleto e albero per albero, un passaggio dopo l’altro cogliamo i frutti di un anno intero di lavoro.
In cooperativa le nostre mele verranno o immagazzinate o selezionate. C’è lavoro per il nostro impianto di precalibratura. Si suddividono, infatti, le mele per calibro, peso e qualità. A questo punto, sono pulite, misurate, pesate e scansionate. Cosa ne viene fuori? Cassette piene di mele omogenee e di qualità, che sono immediatamente stoccate in un ambiente a temperatura controllata, per poi venire accuratamente confezionate.
Ancora, però, non è la fine della nostra storia. Nell’area di confezionamento, infatti, ogni mela viene esaminata esattamente prima di essere imballata. Le confezioni, poi, sono raggruppate per palet e caricate nei camion refrigerati: il percorso per arrivare nei reparti frutta di negozi e supermercati è ancora lungo.
Dolcezza zuccherina o asprigna freschezza? In ottobre raccogliamo soprattutto Fuji e Braeburn. Come ogni varietà, anche queste hanno il proprio istante specifico dove sviluppano la massima piacevolezza. In definitiva, coltiviamo un assortimento varietale colorato e ampio abbastanza da coprire tutto l’anno.
Ma che ne è delle mele che non vengono selezionate e vendute subito? Sono immagazzinate nelle celle frigorifere in cooperativa. Lì, tramite uno speciale mix di ossigeno e azoto, le addormentiamo, in modo che respirino e maturino più lentamente. Ed è così che, ancora croccanti e belle, al più tardi il luglio dell’anno successivo, potranno iniziare – senza, nel frattempo, essere state contaminate da sostanze chimiche di sorta – il loro viaggio.
Pink Lady®: sono le ultime mele a separarsi dai loro alberi dopo una lunga stagione. Mentre noi agricoltori bio già cominciamo a pensare al prossimo anno: quali meleti sono da estirpare e impiantare di nuovo? La varietà e l’età delle piante sono i criteri più importanti per prendere questa decisione. Un’analisi che va fatta sul campo: prima, togliendo tutti i rami con le forbici da potatura, poi, segando i tronchi con una motosega e, alla fine, sradicando i rizomi con un escavatore.
Rami, tronchi e fascine, una volta secchi, serviranno a riscaldare le nostre stufe nell’anno che viene. Contemporaneamente prepariamo per l’inverno i nostri macchinari. Pulire, lubrificare, riparare. E, quando giungono i mesi più freddi, c’è da proteggerli da gelo e neve.
La natura si prende una pausa e va in ferie – e anche noi con lei. Il focolare caldo o la spiaggia assolata sono i posti ideali per passare in rassegna l’anno che sta terminando. E anche per pianificare il prossimo: sono necessari macchinari più aggiornati? Occorre studiare nuove tecniche di taglio? Servono informazioni sul mondo bio?
Prima di andare decorare il proprio albero di Natale, alcuni tra noi si occupano ancora dei loro meli. Con la potatura li rendiamo leggeri nella loro fase di letargo, garantendo così che possano crescere rigogliosi in vista della prossima raccolta. A un buon nuovo anno!
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